Artist Statement

RESIDENZA D’ARTISTA IN VAL CAMONICA

Questo ciclo di lavori riguarda un progetto da me sviluppato durante una permanenza in Val Camonica in concomitanza alla selezione per la residenza d’artista (tra giugno, luglio e Agosto 2018) organizzata da “Bienno Borgo degli Artisti” e “Bienno Turismo”.
Ciò ha comportato lo studio e l’approfondimento di alcune tematiche storiche e folcloristiche del luogo. Essendo tutto il mio lavoro basato sull’espressione viva del segno e sulla ricerca della forma come archetipo, ho cercato di evocare in chi osservava una sensazione o un’emozione, che potesse richiamare l’anima del luogo stesso.
E’ per questo che ho sentito la necessità di approfondire la simbologia storicizzata del borgo con una visita presso le incisioni rupestri.
Essendo la Val Camonica un luogo ricco di boschi, corsi d’acqua e roccia; è riuscita a fornirmi una visione quasi ancestrale sulla percezione del rapporto intimo tra “Uomo” e “Natura”; e questa dimensione ha favorito una sorta di interiorizzazione e successiva espressione del simbolo dalla quale risulta essere permeata.

 

 

 

L’ARCHETIPO DELLA GENERAZIONE

Tale ricerca inerente all’archetipo della generazione è iniziata nel 2015 c.a. e tuttora è presente per la creazione di alcuni miei miei lavori.
Il corpo viene percepito come un involucro in cui si cela l’esoterismo dell’anima in stretta relazione con il “luogo” in cui si trova.
Si crea quindi un rapporto tra interno ed esterno; e tra soggetto ed oggetto. L’intento è creare un atmosfera di analisi rispetto a vari temi, sia semiotici che simbolici, relativi all’archetipo del femminile, tramite l’atavica forza del segno inciso.
La figura fetale che spesso viene raffigurata vuole essere organica e potenziale, essa è uno specchio, un “vaso contenitore” di tutto ciò che può essere o diventare chi la sta osservando. C’è la necessità di condividere una sorta di intimità con l’osservatore, un’intimità in cui addentrarsi. La mia formazione, intimamente legata a Venezia, “luogo galleggiante” e di trasformazione per eccellenza, probabilmente ha ispirato in me la curiosità e la ricerca relativa alle tematiche del femminile, evocative di vita, metamorfosi e fertilità.”

 

 

 

EROS E UNIONE DEGLI OPPOSTI

“Il piacere non è soltanto l’immagine, ma anche l’esperienza, la realizzazione del divino: “Io sono l’eros che esiste nella generazione” (Bhagavadgita, 10.28 Tratto da: Alain Danielou L’ erotismo divinizzato architettura e scultura del tempio indù collana di antropologia e religione pag 34)

Questi lavori hanno come fondamento la ricerca inerente all’archetipo dell’Eros, poiché l’origine del mondo è riconducibile all’opposizione dei due poli, maschile e femminile.
È da tempo ormai che il sesso ha perso la sua sacralità originaria, nelle antiche civiltà invece era un culto molto prezioso, con radici profonde. Le più conosciute provengono dalla mitologia greca.
Eros incarnò Amore ma è per Esiodo (poeta greco antico di fine VIII sec. e inizio VII sec. a.C.) che questo diventa un dio, non è rappresentato con la classica figura del fanciullo paffuto che vola scoccando frecce d’amore, ma come divinità primordiale, esso aveva una potenza enorme da causare danni a cui nessuno poteva porre rimedio, né uomini né dèi, Eros (Amore) nasce dunque dal Caos quando una forza ignota fece sì che cominciassero a separarsi tutti gli elementi, dai quali si generarono anche Gea (la Terra), il Tartaro (l’Inferno), l’Erebo (la Tenebra) e la Notte.
In un secondo tempo, l’Erebo generò l’Etere (il Giorno), mentre Gea diede vita a Urano (il Cielo) e a Ponto (il Mare). Le opere ispirate a questa tematica, vogliono evocare una sorta di celebrazione alla vita e l’incontro della materia fino alla trascesa della stessa.